Nei giorni in cui l’Associazione della Stampa Sarda e l’Ordine dei giornalisti della Sardegna firmano con l’Associazione comuni italiani della Sardegna un Protocollo che impegna i Comuni ad assumere gli iscritti all’Ordine dei giornalisti per gli uffici stampa comunali, in Emilia Romagna si registra una brutta pagina che riguarda un collega, Renzo Sanna. Renzo, sassarese ma da oltre vent’anni al lavoro in Emilia Romagna, ha lavorato come addetto stampa del comune di Calderara di Reno. Tre mesi fa è stato licenziato dal sindaco Giampiero Falzone (Pd) dopo 5 anni di servizio. La ragione? Renzo non avrebbe inviato una mail e non avrebbe pubblicato sull’albo pretorio un’ordinanza, compito quest’ultimo non di sua competenza. Secondo il sindaco sarebbe venuto meno il rapporto di fiducia con il collega, al quale lo scorso anno era stato però rinnovato il contratto. Un contratto anomalo: lo stesso sindaco ha ammesso di aver assunto Sanna al di fuori delle regole previste dal Protocollo regionale firmato da Aser, Anci e Ordine regionale dei giornalisti. E dopo aver mandato via Sanna, il sindaco diffonde comunicati in spregio della legge 150/2000 che prevede che negli uffici stampa dei Comuni operino giornalisti iscritti all’Ordine, come richiamato anche dal Protocollo regionale. L’Associazione della Stampa Sarda e l’Ordine dei giornalisti sono vicini a Renzo Sanna e all’Associazione della Stampa dell’Emilia Romagna, che attraverso il suo presidente Paolo Maria Amadasi si è già attivata per difendere i diritti del nostro collega. Al Segretario aggiunto della Federazione nazionale della stampa Matteo Naccari è stato anche intimato, mentre protestava durante il consiglio comunale, di non esporre striscioni e cartelli per Sanna. Gli è stato anche proibito di scattare fotografie. L’Ass e l’Odg della Sardegna giudicano gravissimo quanto sta accadendo, peraltro nel silenzio del Pd, partito che esprime il sindaco Falzone e i cui vertici nazionali hanno posto la difesa dei diritti dei lavoratori tra le priorità dell’azione politica. L’auspicio è che la vicenda torni al più presto nei binari della correttezza, in modo che a Renzo Sanna possa essere restituita la sua dignità di giornalista e di persona. Sarebbe un bel modo per la ricorrenza del Primo maggio, festa del lavoro, che si dovrebbe celebrare partendo dal rispetto dei diritti dei lavoratori.