Libere dalla violenza. Maledette parole. Il racconto della violenza sulle donne e la cultura del nostro tempo. Corso mercoledì prossimo a Sassari

Un incontro su modi di raccontare la violenza sulle donne dal titolo “Libere dalla violenza. Maledette parole” si terrà mercoledì prossimo 28 giugno a Sassari nell’Aula Pissarello del Dipartimento Dumas dell’Università, in via Roma 151. Organizzato dall’Ordine regionale dei giornalisti della Sardegna e dalla cooperativa sociale “Porta aperta”, avrà inizio alle 15.00 e si concluderà alle 18.00. E valevole come corso di aggiornamento professionale per i giornalisti (che avranno diritto a 5 crediti formativi) ma è aperto a tutti.

Nell’art.5 bis, l’ultimo aggiunto al Codice deontologico dei giornalisti (Rispetto delle differenze di genere) sono elencate le norme comportamentali e l’obbligo di un linguaggio rispettoso, corretto e consapevole da utilizzare nel racconto di femminicidio, violenza, molestie, discriminazioni e fatti di cronaca, che coinvolgono aspetti legati all’orientamento e all’identità sessuale. Si tratta di un passaggio culturale importante che deve essere non solo enunciato ma anche condiviso dai giornalisti. La cultura del rispetto e il superamento degli stereotipi di genere devono entrare a far parte della narrazione quotidiana degli accadimenti che riguardano la violenza maschile sulle donne. Il corso intende sottolineare l’urgenza di fare formazione in questo senso e la diffusione di un modo di scrivere che consenta di affrontare il fenomeno nel modo più corretto. Interverranno
Vannalisa Manca, del Consiglio regionale Ordine dei giornalisti della Sardegna; Angela Piredda, responsabile della comunicazione della cooperativa sociale “Porta aperta”; Emanuela Bussu, vice presidente della cooperativa “Porta aperta”; Maria Grazia Sias, presidente della cooperativa “Edupè”, Massimo Mele, presidente del Movimento omossessuale sardo, Maria Francesca Fantato, giornalista di “noiDonne 2005”; Marina Spanu, presidente del Consorzio “SolCo” di Nuoro; Maria Lucia Piga, presidente Corso di laurea Servizio sociale e direttrice del Centro studi di genere “ARGIN”.